DOMINANZA E LATERALIZZAZIONE

Con questo mio breve scritto mi preme far chiarezza su due termini che riguardano i principali fattori psicomotori: la dominanza motoria e la lateralizzazione. Questo perché spesso le due parole vengono usate come sinonimi ed erroneamente confuse tra di loro.

La dominanza , o prevalenza , motoria spontanea delle parti del corpo, corrisponde a un’asimmetria tonica di una parte del corpo rispetto all’altra. Ha origine genetica e si manifesta fin dalla nascita. All’età di tre anni si stabilizza.
La lateralizzazione è la presa di coscienza della propria dominanza ed è un aspetto che riguarda lo schema corporeo. Dove non c’è una dominanza stabile ci saranno anche difficoltà di lateralizzazione, cioè manca la consapevolezza della propria emiparte dominante (occhio, mano e piede). Questo accade spesso nei soggetti con ritardo mentale o negli instabili psicomotori. Si verifica spesso nei bambini inibiti, che non hanno potuto fare un’esperienza motoria adeguata per cause educative, affettive o ambientali.


Quale deve essere l’atteggiamento dell’istruttore davanti a questo stato di cose?
Deve sforzarsi di conoscere la dominanza laterale del bambino, senza accontentarsi della prova di scrittura che è ingannevole, perché essa è verosimilmente già stata “allenata” e può mascherare la vera predominanza. Inoltre, deve proporre delle attività spontanee che lascino libero il bambino di esprimersi in modo istintivo con l’arto dominante. Ne consegue che l’istruttore dovrà evitare di utilizzare il termine “destra”, “sinistra” per lasciare che la lateralità si esprima nell’azione senza che qualsiasi modo di simbolizzazione possa falsare l’esperienza del bambino.

Prof. Alessandro Onofri
Preparatore fisico F.I.P.
Istruttore Minibasket
Esperto nella pratica psicomotoria Aucouturier