care scuole

Care scuole, se ci siete battete un colpo. Lo sport è allo stremo, sta agonizzando come i pesci fuori dall’acqua. Rimangono pochi minuti, ore, giorni, poi sarà la fine. Non riguarda il  professionismo, che si regge su grandi capitali, organizzazione manageriale e strutture di proprietà: è il movimento di base che annaspa, bambini/e, ragazzi/e, giovani che non trovano spazi per allenarsi e coltivare la propria passione. È immaginabile, care scuole, che per voi il problema sia marginale: alle prese con classi pollaio da governare e con il Covid da lasciare fuori la porta, che qualcuno chieda di usufruire delle ‘vostre’ – vostre? – palestre vi lascia particolarmente indifferenti. Ci sono problemi ben più grossi che occuparsi della gioventù che corre, danza, volteggia, schiaccia…Siete talmente preoccupate, care scuole, di non avere responsabilità che ve ne state prendendo una più grande, persino più grave: per tutelare, a detta vostra, la salute della new generation la state paradossalmente minando. Per un contagiato in meno, avremo centinaia e migliaia di ragazzi/e in sovrappeso, con problematiche posturali e in uno stato ipertensivo precoce. Ogni giorno che passa è un atleta in meno: è una corsa contro il tempo, il cont down è iniziato. Tra poco, se non già adesso, lo sport sarà un lusso per pochi eletti, i sopravvissuti della catena darwiniana alla selezione inevitabile della specie. Care scuole, forse non intenzionalmente, tradendo la vocazione educativa, vi state allineando all’idea dominante che l’attività motoria si trovi in fondo alla lista delle necessità. Le palestre, è giusto ricordarlo, non sono state costruite ad uso esclusivo degli alunni, ma per il bisogno della comunità: gli abitanti scolastici transitano, le società sportive rimangono a presidiare il territorio nel compito insostituibile della formazione integrale dei giovani. Care scuole, sbrigatevi: questo ritardo rischia di diventare colposo e a pagarne le conseguenze saranno, come succede spesso, gli innocenti. ‘Per quanto vi crediate assolte, siete lo stesso coinvolte’.