Mese: Agosto 2019

SETTORE GIOVANILE A VENTAGLIO

Una società di Pallacanestro che si rispetti deve proporre un’offerta tecnico-formativa che sia all’altezza dei tempi. La classica suddivisione per classi d’età, mutuata dalla scuola, non può funzionare. C’è chi gioca da molto tempo e ha acquisito determinate abilità, chi deve ancora iniziare, chi fa fatica a progredire, chi ha raggiunto la maturità fisica precocemente e chi invece deve ancora crescere. Queste ‘diversità’ hanno bisogno di specifiche attenzioni: mettere tutti nello stesso ‘contenitore’ significa scontentare, nella scala di apprendimento, sia quelli che stanno in alto sia gli altri che stanno sotto. Il concetto di gruppo stabile è fuorviante: non esiste un gruppo predefinito, fisso, inamovibile. Il gruppo è in continuo mutamento, tra entrate e uscite, novità e continuità. I ragazzi devono cogliere da subito la distinzione tra frequentazione (attribuibile a qualsiasi momento della giornata) e apprendimento collettivo (durante i momenti in cui la squadra si raduna, si allena e gioca). Occorre fare una scelta: sostituirsi alle agenzie di aggregazione oggi in declino (oratori ecc.) oppure vendere un prodotto di qualità dove l’insegnamento della tecnica e della mentalità siano al primo posto della lista.

In sintesi:

  • ogni società sportiva di pallacanestro dovrebbe, all’interno del suo programma formativo, proporre più indirizzi: un indirizzo agonistico, dove gli atleti più prestanti e capaci possano allenarsi e giocare in campionati di livello medio alto, utilizzando anche annate diverse; un indirizzo amatoriale, dove i ragazzi meno dotati, quelli che iniziano o che devono ancora svilupparsi possano trovare l’habitat ideale per crescere adeguatamente. I due ambiti sono comunicanti e a doppio senso circolatorio, nel senso che ci possono essere movimenti in entrata ed uscita a seconda delle trasformazioni fisiche, tecniche, cognitive di ciascun atleta.
  • Il Nuovo Basket 2000 ha scelto di differenziare i percorsi formativi, dando a ciascun atleta la possibilità di migliorare attraverso le modalità che più si adattano a ciascun caso specifico. Mettere un ragazzo appena svezzato ad allenarsi con un gruppo competitivo vale la stessa crudeltà che costringere un atleta con buone capacità a fare un percorso di basso impatto.
  • L’obiezione più ovvia ed insistente: se gli atleti sono pochi, come si fa a differenziare? Esiste un problema normativo: non si può proibire ad un giocatore sotto età di partecipare ad un campionato se questi è davvero in grado di farlo. Doncic non sarebbe quello che è se non avesse potuto giocare con i compagni più grandi di due/tre anni. Secondo: mettere in atto sinergie dove i giocatori possano accoppiarsi secondo capacità. Non è una buona idea – la storia lo insegna – intestardirsi con i propri costringendo i più bravi ad allenarsi e giocare in condizioni di povertà formativa e i meno bravi a fare sforzi e sacrifici per non mettere mai piedi in campo.

CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

Un’associazione sportiva che voglia distinguersi deve offrire un ‘prodotto DOC’ con un marchio inconfondibile e con determinate e riconoscibili caratteristiche: 

  • innanzitutto deve offrire istruttori preparati, empatici, appassionati. Preparati, perché non ci si improvvisa in campo formativo. Empatici, perché i bambini e i ragazzi non sono tutti uguali e non sono merci. Appassionati, perché solo chi si diverte ad insegnare può contagiare in forma indelebile chi cerca di imparare.
  • in secondo luogo, deve offrire programmi seri, trasparenti e a lunga scadenza. Seri, in quanto realizzabili e dove le promesse sono mantenute. Trasparenti, in quanto condivisi e non coperti da segreti. A lunga scadenza, in quanto non può esserci efficacia formativa senza continuità negli anni.
  • In ultimo, ma non per ultimo, deve offrire esperienze formative svariate, complesse, esaltanti. Svariate, perché più situazioni comportano maggiore crescita. Complesse, perché non ci si può accontentare di poco se si vuole fare progressi. Esaltanti, perché se c’è partecipazione e coinvolgimento emotivo, c’è anche apprendimento.

Il Nuovo Basket 2000 non ha la presunzione di possedere tutte questa dotazione, ma in quasi vent’anni di vita associativa può affermare di aver quantomeno provato, tra cadute e risalite, ad inseguire il traguardo più alto possibile. Prova ne sia il passaggio tra le sue fila di molti giocatori che oggi calcano parquet prestigiosi. E con la promessa/scommessa di continuare, con immensa umiltà unita a  sacra ostinazione, a fare qualità anche negli anni a venire.

L’U13 SCALDA I MOTORI

 RASSEGNA STAGIONE 2019/20

 Inizia oggi la rubrica di presentazione dei Gruppi NUOVO BASKET 2000 per la prossima stagione 

Si parte con il gruppo Under 13 formato da atleti del 2007 (ammessi 2008) che parteciperà (squadre iscritte permettendo) al campionato GOLD su scala regionale. 

 Coach: Matteo Paludetto
Vice coach: Dario Tushe

Abbiamo chiesto a coach Matteo Paludetto quali sono gli obiettivi per la prossima annata

 “ Lavoreremo insieme per dare ai ragazzi le migliori possibilità di crescita sia dal punto di vista tecnico che umano, ad ognuno secondo le sue possibilità “ 

 A questo punto, IN BOCCA AL LUPO!