Mese: Settembre 2020

care scuole

Care scuole, se ci siete battete un colpo. Lo sport è allo stremo, sta agonizzando come i pesci fuori dall’acqua. Rimangono pochi minuti, ore, giorni, poi sarà la fine. Non riguarda il  professionismo, che si regge su grandi capitali, organizzazione manageriale e strutture di proprietà: è il movimento di base che annaspa, bambini/e, ragazzi/e, giovani che non trovano spazi per allenarsi e coltivare la propria passione. È immaginabile, care scuole, che per voi il problema sia marginale: alle prese con classi pollaio da governare e con il Covid da lasciare fuori la porta, che qualcuno chieda di usufruire delle ‘vostre’ – vostre? – palestre vi lascia particolarmente indifferenti. Ci sono problemi ben più grossi che occuparsi della gioventù che corre, danza, volteggia, schiaccia…Siete talmente preoccupate, care scuole, di non avere responsabilità che ve ne state prendendo una più grande, persino più grave: per tutelare, a detta vostra, la salute della new generation la state paradossalmente minando. Per un contagiato in meno, avremo centinaia e migliaia di ragazzi/e in sovrappeso, con problematiche posturali e in uno stato ipertensivo precoce. Ogni giorno che passa è un atleta in meno: è una corsa contro il tempo, il cont down è iniziato. Tra poco, se non già adesso, lo sport sarà un lusso per pochi eletti, i sopravvissuti della catena darwiniana alla selezione inevitabile della specie. Care scuole, forse non intenzionalmente, tradendo la vocazione educativa, vi state allineando all’idea dominante che l’attività motoria si trovi in fondo alla lista delle necessità. Le palestre, è giusto ricordarlo, non sono state costruite ad uso esclusivo degli alunni, ma per il bisogno della comunità: gli abitanti scolastici transitano, le società sportive rimangono a presidiare il territorio nel compito insostituibile della formazione integrale dei giovani. Care scuole, sbrigatevi: questo ritardo rischia di diventare colposo e a pagarne le conseguenze saranno, come succede spesso, gli innocenti. ‘Per quanto vi crediate assolte, siete lo stesso coinvolte’.

MINIBASKET2000WINNERPLUS

Sono aperte ufficialmente le iscrizioni al Minibasket 2000 Winner Plus, nato dalla collaborazione tra Sistema Basket e Nuovo Basket 2000. Ci si può recare presso gli uffici dell’ex Fiera tutti i giorni feriali dalle 17.00 alle 19.00. Per informazioni scrivere a nuovobasket2000@libero.it oppure chiamare 0434/520824 334/3373207

custodi non proprietari

Se la notizia fosse confermata, per lo sport in generale e la pallacanestro in particolare, sarebbe la fine. L’aspetto più disturbante di tutta questa vicenda è la presunzione, da parte dei vertici di ciascuna istituzione scolastica, di possedere ogni diritto sugli impianti sportivi. Difficile capire che le palestre non possano essere concepite come aule: in queste ultime si fa lezione frontale con tanto di banchi, nelle prime si svolgono le attività motorie e sportive. Se fossimo dall’altra parte dell’Atlantico, ma non lo siamo, le palestre costituiscono un unicum scolastico e gli atleti sono gli stessi che frequentano le aule: non c’è bisogno di alcuna concessione, ogni alunno trova posto assecondando i propri desideri sportivi. In terra italica, gli utenti pomeridiani sono in gran parte diversi da quelli mattutini e, casualmente ma non troppo, sono generalmente residenti. Ma l’abnorme differenza tra il lato occidentale e quello orientale dell’oceano è soprattutto nella concezione ontologica dello sport: di là, parte essenziale della formazione umana; di qua, appendice irrilevante se non addirittura inutile ed ingombrante. Alle dirigenze scolastiche, parliamoci chiaro, non è mai piaciuto concedere – si, concedere! – le palestre alle associazioni sportive: pulizie, manutenzioni, guasti, rotture. Come se qualcuno si infiltrasse in casa propria senza chiedere il permesso. Non è stato il COVID a mettere in ginocchio il sistema, è il sistema stesso che è sbagliato all’origine: le palestre non sono proprietà delle scuole, sono a disposizione della comunità e come tali devono essere utilizzate! Sono le amministrazioni locali che devono gestire la ripartizione. Lasciare agli organi collegiali scolastici il diritto di concedere o meno i locali adibiti all’attività sportiva è una stortura che deve essere abolita in fretta. Ricordandoci che presidi, insegnanti, bidelli, allenatori, siamo tutti ospiti e custodi di queste strutture, non ne siamo proprietari: e se è vero che non siamo a casa nostra, siano terzi  a decidere chi far entrare e chi no.