amore e pallacanestro

Cos’è l’amore per la pallacanestro? In estrema sintesi: la restituzione di ciò che abbiamo ricevuto. Ne abbiamo avuto prova in questi ultimi giorni: due allenatori professionisti, che hanno fatto della pallacanestro la propria vita, si sono spesi senza risparmio in sapienza e fervore; insieme a loro, un manipolo di ragazzi desiderosi e spugnosi, irrefrenabili nel tentativo di catturare movimenti, concetti e parole nuove. Una iniziativa nata per caso, tra un caffè e una chiacchierata,  potremmo dire come piace oggi ‘in emergenza’, volutamente protetta da schematismi programmatici che potessero minarne la fragranza. E come spesso accade, ciò che esce spontaneamente diventa una meraviglia per gli occhi. Una settimana unica, indimenticabile; chi l’ha vissuta, potrà raccontarla negli anni a venire perché come dice il sommo, ‘le più belle cose durano un giorno, come le rose’. Non era così indispensabile riempire il tempo di ragazzi annoiati: gli effetti saranno visibili per anni, non c’è virus più potente e ineliminabile della passione. È stato un incontro speciale, tra due mondi solitamente distanti e inavvicinabili: allenatori professionisti che si occupano di giovani amatori. Quando mai? Trattati per nome e con i guanti bianchi! Non finiremo mai di ringraziare abbastanza Gianni Montemurro e Andrea Vicenzutto per aver smesso giacca e cravatta e indossato, per l’occasione, il grembiule di lavoro. A loro auguriamo sinceramente il meglio: saperli da queste parti è per noi una straordinaria opportunità, ma se dovessimo perderli sapendo che stanno operando altrove, saremmo doppiamente felici. Perché due estremi possano avvicinarsi, è necessario che chi sta in alto si abbassi e chi sta sotto faccia l’inverso. I ragazzi hanno fatto del loro meglio: i volti sorridenti, ma anche dispiaciuti, durante gli attimi conclusivi ne sono testimonianza tangibile. Messaggio per tutti gli operatori del settore: se vi sentite in credito, non è questo il vostro posto. Oggi, più che mai, non c’è  bisogno di mascherine, ma di generosità. Sarà l’amore a salvare la pallacanestro.