Giorno: 17 Ottobre 2020

Covidvenza

Convivenza: ‘vivere insieme nello stesso luogo’. È quello che dovremmo imparare: noi e il Covid 19, vivere insieme nello stesso luogo. Abbiamo provato – e continuato – a trattarci da nemici e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo sport insegna ad affrontare gli avversari con rispetto: non si parla di eliminazione, né di sopraffazione, semmai di confronto aspro ma leale. Chiudere è come rinunciare a giocare, ritirarsi prima di aver lottato, alzare bandiera bianca. Fermare lo sport è una scelta incomprensibile e controproducente: non c’è ambiente più controllato e sicuro delle palestre. Igiene perpetuo, spogliatoi interdetti, misurazione temperatura, numeri scaglionati, istruttori ed atleti educati all’emergenza. Sacrifici immensi per garantire a bambini, ragazzi e giovani qualche ora di sano divertimento attraverso la pratica delle discipline che più amano. È necessario tirare fuori ancora la ‘storiella’ – perché così viene recepita ai piani alti – del valore preventivo sulla salute dell’attività motoria? È difficile capire che un atleta avrà meno possibilità di contagiarsi rispetto ad un non praticante? Colpiamo lo sport, così avremo più debolezza complessiva e maggiore vulnerabilità. Teniamo i ragazzi a distanza, così potranno finalmente passare tutto il tempo a navigare in mondi artificiali e asettici: pur non avendo la certezza di sconfiggere il virus, avremo probabilmente una generazione debole, complessata, asociale. C’è uno slogan ricorrente, mutuato dalla scherma, che calza a pennello: ‘non abbassare la guardia’. Cioè, non rilassarti, continua a proteggerti e a proteggere gli altri, non prendere sottogamba il duello. Significa anche: non abbandonare la pedana, finisci il combattimento, costi quel che costi. Ecco il significato di convivenza che è contenuto nel DNA del mondo sportivo: non mollare la presa, non fuggire il dolore, affronta con dignità e coraggio le difficoltà della competizione. Se chiude lo sport, chiuderanno per asfissia le società sportive. È proprio quello che vogliamo?